Ciò che stordisce (indigna perfino? Sono sempre meno i depositari veritieri del sentimento) è il disprezzo che sbandierano. È una difesa del malessere civico. Di una parte della società atta alla difesa di un ceppo tradizionalista. E poi cattolicesimo, politica, indecenza, paura, pregiudizio. Quel che deve rimanere è in fondo ciò che ci si aspetta. Chi lo attende è nell’ordine dell’ovvio. Verrebbe d’affermare: “Quanto è bello passeggiar con Mary” senza mai avanzare ma canticchiando un motivetto noto. Conosciuto come la società che stentacchia a riconoscere diritti. Che diventa però grossolana quando ci si prova. Ed allora i maschi hanno il cazzo e le donne la figa. Le coppie dall’unico sesso minacciano. Minacciano, certo. Le regole (ne servono di nuove, adeguate, aggiornate, veritiere, lo sforzo è altresì inelegante), il buongusto, il ruolo dei sessi, la terminologia, le convenzioni. Meglio cancellare per assenza di legislazione. Lasciare che la deriva sciacqui donne, uomini e che i loro figli si dimentichino delle possibilità. Non si evita invece di dar credito alla naturale nefandezza del popolino. Meglio gli appellativi: froci e ricchioni erano. Froci e ricchioni senza diritti saranno da domani.